Pasquale Carotenuto non è un calciatore qualsiasi. Lo capisci dal numero che porta sulle spalle, ovviamente il 10, lo capisci quando ci giochi insieme (domandate ad Agata...) o quando ci giochi contro (chiedete a tutti i difensori della Campania), quando ci giochi sull'erba o sulla spiaggia, lo capisci perché è persino su Wikipedia e questo è un privilegio che tocca a pochissimi dilettanti. Certo, questa definizione non calza a pennello per uno come Pasquale, che in verità non si ferma mai.
Aveva già regalato tre punti pesantissimi all'Arzanese nel match contro il Pisticci, segnando un gol all'ultimo minuto. Ieri Martino Imparato si è rimesso in mostra andando a segnare di testa il gol che ha definitivamente tagliato le gambe alla Fortis Trani e mettendo al sicuro il successo che di fatto spedisce il club di Arzano dritto dritto in Lega Pro. Ma il suo ruolo principale è il difensore centrale, roccioso e impenetrabile, Imperato si è rivelato uno dei muri di difesa più solidi della categoria.
Quando aveva 14 anni, il suo nome comparve su tutti i quotidiani e i settimanali sportivi nazionali. Antonio Tarascio era la stella di un gruppo che fece scalpore e che grazie anche a una formidabile campagna pubblicitaria, conquistò la ribalta: era la squadra classe 1990 della San Sebastiano Mazzeo, capace di inanellare oltre 100 risultati utili consecutivi (tra cui però fu inserita anche una sconfitta nella gara d'andata in un doppio confronto di play off). Proprio l'anno in cui stabilì il primato, Tarascio, insieme ad altri compagni, partì per Torino.
Castiadas-Sibilla, minuto 86'. Il club flegreo conduce con il risultato di 2-1, grazie all'autogol di Bruno e la rete di Tommy Manzo. Il Monterotondo perde con il Budoni, conservare la vittoria significherebbe ritornare al secondo posto, a 4 lunghezze dalla capolista. Ma la Sibilla è in 9 contro 11 e l'arbitro Della Valle ha accordato un rigore agli avversari. Concas sul dischetto, il giovane portiere D'Auria tra i pali.
Di solito le luci della ribalta sono riservate agli attaccanti. Perché il calcio vive di episodi e l'episodio per eccellenza, capace di cambiare le sorti di un incontro, è il gol. A volte, però, certi miti vengono sfatati; così capita che proprio la squadra (l'Arzanese) che nelle proprie fila può vantare il primo ed il secondo marcatore del girone (rispettivamente Carotenuto e Montaperto) debba ringraziare il proprio portiere se, a cinque giornate dalla conclusione del campionato, può dire di avere almeno un piede in Lega Pro.
A Sorrento lo ricordano bene. Non tanto perché ha vinto un campionato di Serie C2 nel 2007, ma per quella volta che al Campo Italia, nel derby contro la Juve Stabia, sistemò la palla sul dischetto e calciò con un cucchiaio il rigore che chiuse la partita. «E' un modo come un altro per segnare», ha dichiarato un anno dopo. Vaglielo a dire ai tifosi delle vespe che hanno imposto il loro veto al suo ritorno a Castellammare. Ma Sasà Sibilli è fatto così: il suo calcio è istinto e quel giorno a Sorrento non vide chi aveva di fronte, ma solo un pallone e una porta. E tirò.
Domenica scorsa, nella gara che la Turris ha vinto di misura contro il Sambiase, se n'è avuta l'ennesima conferma: Giulio Russo è come il vino buono; con l'andare degli anni non solo non perde smalto, ma migliora.
Con un cognome così, e visto il ruolo che occupa in campo, è stato fin troppo facile trovargli un soprannome adeguato. Ma a Riccardo Ragni l'appellativo di "Uomo Ragno" calza davvero a pennello. Il portierone dell'Ebolitana sta facendo innamorare di sé un'intera città a suon di primati. Classe '91 (vent'anni appena compiuti), Ragni è di gran lunga l'estremo difensore meno battuto del suo girone con appena 15 reti al passivo in 28 partite. Ed in tutta la serie D il solo Santarcangelo (nel girone F, 13 reti al passivo) ha una difesa migliore di quella degli eburini.
Giuseppe Ausiello è uno di quei giocatori che qualsiasi allenatore di serie D vorrebbe avere a sua disposizione: centrocampista moderno, a tutto tondo, Ausiello garantisce un rendimento medio elevatissimo e, quando è al top della forma, per chi si trova a passare dalle sue parti sono dolori. Non gli manca di certo la tecnica, ma quello che fa di lui un elemento indispensabile è la capacità di correre e lottare dal primo minuto fino al triplice fischio.
Alla vigilia di Casertana-Acireale, in programma lo scorso 24 ottobre, Raffaele Corsale ammise con grande sincerità: «Il mio inserimento a Caserta procede bene, mi pesa solo non aver segnato ancora». Poche decine di ore dopo, nel giorno del suo onomastico, il capitano si sblocca. E' una rete importante, perché spiana la strada alla vittoria. Ma se fosse stato ancora in vigore il regolamento di una volta, sul tabellino dei marcatori il suo nome non l'avremmo letto, perché la deviazione della barriera era netta.